4-09-2008 16:04
Arrivederci Roma!
Arrivederci Roma, good bye, auf wiedersehen ...
Da qualche giorno ci ritorna in mente questa piacevole canzone, scritta e cantata nel lontano 1956 da Renato Rascel, sollecitata da alcune scelte maldestre di questa nuova Amministrazione Capitolina. Ed allora i ricordi si fanno più vivi e la memoria torna ai tempi in cui alla guida della Città si alternavano giunte PCI e giunte DC, quando ognuna s'impegnava più a disfare quanto la precedente giunta aveva fatto, che a fare qualche cosa per la Città eterna, con il risultato di una generale inamovibilità di ogni cosa nel suo territorio.
Ci riferiamo al grande dibattito, che si è sollevato da quando il neo sindaco Gianni Alemanno si è insediato sul colle del Campidoglio, circa le nuove opere realizzate ed in via di realizzazione a Roma: Nuova Ara Pacis e parcheggio del Pincio.
Ora, è arcinoto a tutti l'arretratezza infrastrutturale ed architettonica della nostra Capitale ma il neo sindaco, che tanto abbiamo apprezzato quando dirigeva il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, non appare se ne renda dovutamente conto.
Roma è la più carente capitale europea per parcheggi: 5,5 auto per ogni 1.000 vetture circolanti; per contro è quella che presenta il valore più alto dell'indice di auto per abitante: 700 auto ogni 1.000 abitanti - quasi 1 auto per ogni cittadino (bambini ed anziani compresi)!
In tutte le principali città europee è un continuo pullulare di cantieri per la realizzazione di nuovi musei, teatri, centri direzionali, metropolitane e ferrovie; Parigi come Londra per non parlare della rinata Berlino o di Barcellona o della stessa Madrid, che si vanno tutte dotando di sempre nuove strutture che consentono un generale miglioramento della qualità della vita dei propri residenti, incrementando, nel contempo, i flussi turistici.
Per quanto attiene l'opera del Meier, oggi passata in secondo piano, ci limitiamo a far notare che è la prima volta dopo 30 anni che nel centro di Roma si realizza un'opera architettonica nuova degna di tale nome. Può piacere o non piacere, come tutta l'architettura di ogni tempo, ma con tutte le grandi carenze che questa Città presenta è opportuno spendere soldi per abbattere un edificio utile, che tanto apprezzamento ha riscontrato? Non c'è veramente niente di più urgente ed immediato da fare? Non rappresenta essa stessa, con tutta la polemica che l'accompagna, oramai un segno della storia della mirabile Urbe? Non sarebbe più opportuno spendere quei soldi per una risistemazione di tutta quell'area, ivi compreso il Mausoleo di Augusto, con un grande beneficio in termini paesaggistici e con proficui ritorni economici per il turismo?
L'evidenza di quanto detto, e del fatto che il Primo Cittadino di Roma non sembra rendersene conto, ci fa ipotizzare che dietro tutta la chermesse ci sia qualcos'altro, che non il solo rispetto del contesto storico - archeologico - ambientale in gioco. Lo diciamo sulla scorta di quanto emerso in questi giorni da cui si evidenzia che le problematiche ambientali (intese in senso lato) non sono poi così insormontabili, anzi si evidenziano palesemente per la loro facile e positiva risoluzione, in un contesto di salvaguardia delle risorse presenti (siano esse archeologiche, che paesaggistiche, che architettoniche), consentendo anzi, di ricavarne un positivo contributo qualitativo dall'opera in costruzione.
Ad avvalorare tale cattivo pensiero ci si aggiunge il parere condizionato dato dalla competente Sovrintendenza, nota per la sua puntualità e severità nell'analizzare la compatibilità delle opere con le ricchezze ivi presenti, che, sostanzialmente, consente la realizzazione del Parcheggio.
Possiamo concordare sul fatto che alla base di tale scelta non ci sia un piano organico di sviluppo urbanistico della città, che tutti gl'interventi messi in atto dalle varie amministrazioni rosse - verdi sono completamente scorrelati tra loro, ma si pensi anche al Tridente che liberato dalle auto, soprattutto quelle che, parcheggiate ovunque, non consentono di godere delle bellezze architettoniche presenti, possa divenire una fruibile area pedonale, fuori dai rumori molesti e dal caos di una capitale, senza infrastrutture adeguate per un trasporto pubblico efficiente ed efficace.
Ci sembra di tornare ai tempi dei veti e dei no, quando a Roma non si riusciva a muovere una pietra senza che qualcuno si alzasse a protestare ed a proibire quell'azione con il risultato (quotidianamente, sotto gli occhi di tutti) che mentre a Parigi come a Londra ci sono oltre 400 km di metropolitana, a Roma solo 36 (anche Budapest ci ha superati!).
Men che meno si può accettare il motivo politico di questa discussione, che appare sempre più fuori da ogni logica; Roma ha troppo bisogno d'infrastrutture per potersi permettere una disquisizione politica sul sesso degli angeli.
Nei prossimi giorni sarà riunita la Giunta capitolina su questo tema ed allora ci permettiamo di suggerire al Sindaco di adoperarsi più per fare quel tanto che manca alla sua Roma, anziché impegnarsi a smontare le cose, discutibili quanto si vuole, ma necessarie, messe in corsa dai suoi predecessori.
Se proprio vuol distruggere qualche cosa del passato, così come qui fecero prima di lui gl'illustri Barberini, ci sono le orrende periferie, costruite nella logica vetero comunista degli anni '70 - '80, che è finita con il realizzare una moltitudine di agglomerati urbani, sacche di emarginazione, degrado e violenza; Corviale prima fra tutte!
In questo periodo di vacche magre, gentile Alemanno, si adoperi per il fare anziché per il disfare, Roma glie ne sarà per sempre grata.
Buon lavoro signor Sindaco.
Giancarlo Sforza