3-04-2009 15:23
Quale politica ambientale per Roma?
Senza dilungarci troppo sul programma della manifestazione e su quanti sono stati invitati ad esprimere il proprio pensiero sull'argomento, un esempio fra tutti: mentre il Senato di questa Repubblica impegna il Governo Berlusconi ad un approccio scientifico e non dogmatico al tema del riscaldamento globale, con una mozione sui cambiamenti climatici, approvata nei giorni scorsi, a larga maggioranza, oggi, nella Piazza disegnata dal Valadier, si parlerà di clima in maniera catastrofica ed inutilmente allarmistica, i cui fini oscurantistici sono ormai noti ai più.
È opportuno far notare che la Mozione da una parte prende atto che vi è una parte sempre più consistente di scienziati studiosi del clima che non crede che la causa principale del (peraltro modesto) riscaldamento dell'atmosfera terrestre al suolo, finora osservato, sia da attribuire prioritariamente ed esclusivamente all'anidride carbonica di emissione antropica; che le previsioni climatologiche a lungo termine, attualmente effettuabili nei migliori centri di ricerca del mondo, siano ben lontane dall'essere affidabili; che il livello dell'acqua negli oceani non sta aumentando a ritmo preoccupante, che i ghiacciai basati su terraferma nelle calotte polari non si stanno sciogliendo; che il numero e l'intensità dei cicloni ed uragani tropicali non sta aumentando; che negli ultimi dieci anni la temperatura media al suolo dell'atmosfera terrestre non risulta aumentata; che secondo gli oceanografi non vi è alcun rischio di blocco della corrente del Golfo. Dall'altra, intende rimarcare come non sia ancora affatto chiarita la dipendenza della temperatura media dell'atmosfera terrestre al suolo dalla concentrazione dell'anidride carbonica nell'atmosfera e suggerisce che, piuttosto che avviare un costosissimo e probabilmente velleitario sforzo di mitigazione del riscaldamento globale in atto, sarebbe più proficuo destinare le limitate risorse disponibili all'adattamento a tale riscaldamento e alla promozione di interventi sul territorio finalizzati all'efficienza energetica, all'edilizia ecovirtuosa, all'eliminazione dell'inquinamento ambientale da emissioni certamente nocive ed agli investimenti in ricerca, ma, soprattutto, evitare che su una tematica di enorme complessità, portata ed incertezza scientifica, come quella dei cambiamenti climatici, non si assumano gli atteggiamenti dogmatici sopradetti.
Che il Sindaco voglia suonare fuori dal coro è cosa buona e giusta, sia perché ne ha il pieno diritto ma soprattutto perché, troppo spesso, il coro è pieno di strumenti scordati, ma su questo tema sarebbe auspicabile che fosse più lungimirante e cominciasse ad ascoltare altre voci, oltre le solite sirene, stancamente note.
Ci rammarica constatare che proprio mentre la politica nazionale si fa coraggiosa promotrice di una nuova visione di salvaguardia ambientale, basata su dati scientifici, e non su elaborazioni fantasiose, il nostro Sindaco si riallinea a quell'idea verde, radical chic, che tanto denaro e tempo ha fatto perdere, negli ultimi 25/30 anni, a questa nostra Nazione.
di Giancarlo Sforza