4-07-2004 16:56

SILICIO: DAL FREJUS ALLE RISAIE PIEMONTESI

Prendere esempio dalla natura che ricicla tutti i materiali. E' questo il motto da cui sono partiti gli studi del professor Luigi Bistagnino, responsabile del corso di laurea in Design del Prodotto Ecosostenibile dell'università di Torino. La sua idea? Riciclare gli scarti di terriccio rimossi dall'enorme cantiere per la costruzione della nuova galleria di servizio del Frejus. In particolare, delle 260 mila tonnellate di materiali di risulta, almeno 148 mila tonnellate sono composte da silicio. Un minerale che ha eccellenti proprietà fertilizzanti se utilizzato nelle risaie, perché aiuta la fotosintesi, stabilizza il terreno, previene i rischi alluvionali, aiuta a prevenire alcune patologie.

Secondo Bistagnino, spargere uno strato di un centimetro di silicio sui 111mila ettari di risaie piemontesi avrebbe vantaggi incredibili, perché da un lato migliorerebbe le colture permettendo anche di ridurre l'uso dei pericolosi fitofarmaci, dall'altro consentirebbe di eliminare gratuitamente parte degli scarti di escavazione (il cui costo di smaltimento si aggira intorno ai 50 euro per tonnellata). Ma il ciclo del silicio non finirebbe con la fertilizzazione dei campi. Gli scarti del riso, costituiti dalla cosiddetta "lolla", sono a loro volta ricchi di silicio puro che può essere riciclato per vari usi industriali, come ad esempio per la produzione di microchip. Insomma, del silicio non si butta via nulla.