4-10-2007 16:57
Tocai friulano …ma non europeo!
L' accordo stipulato nel 1993 e relativo all' ingresso dell' Ungheria in Europa, tra l'altro, prevede che dal 2007 ci sia nell' Unione un solo Tokaji, quello magiaro. Quindi niente più Tocai italico e neppure Tocai friulano. Con l'ingresso dell' Ungheria nella UE la regione chiamata Tokaji ha prevalso nell' uso dell' etichetta.
La differenza tra i due vini bianchi e' notevole, quello ungherese e' generalmente dolce, quello nostrano e' secco, inoltre il primo assume le sue caratteristiche grazie ad una muffa che si forma sugli acini ed e' prodotto da uvaggio, mentre quello italiano, in particolare quello del Friuli e' prodotto "in purezza". Differenze senza importanza per la UE che tutela le indicazioni geografiche dei vini e non le varietà delle uve. Così, visto che il Tokaji e' una regione dell' Ungheria, il cui vino e' citato persino nell' inno nazionale, mentre il Tocai e' solo una varietà, ai produttori nostrani e' stato imposto di abbandonare il nome.
In Friuli-Venezia Giulia dopo molte incertezze si e' scelta la via del ricorso alla Commissione. La difesa del vino bianco, che i friulani considerano autoctono - poiché è accertata la sua presenza dall' inizio del 1600 - e' stata affidata ad un esperto in diritto comunitario. Si ipotizza per il Friuli un danno di oltre 8 milioni di euro all' anno. Nella produzione del bianco sono coinvolte aziende che lavorano una estensione di quasi 1.600 ettari, pari al 12% della superficie a DOC dell' intera regione, dove il Tocai friulano e' l' autoctono più coltivato in assoluto.
Nel novembre scorso, l' avvocato generale della Corte Europea, l' inglese Francis Jacobs, ha espresso un parere contrario alla modifica dell' accordo del 1993. La sentenza definitiva e' attesa tra alcuni giorni. Se fosse confermata questa decisione, quella del 2005 sarebbe l' ultima vendemmia in cui il Tocai friulano potrebbe ancora essere imbottigliato con la sua antica denominazione. Nessun altra regione o produttore ha fatto ricorso alla Corte Europea, soltanto i friulani, per difendere la loro varietà geografica. Si tratta quindi di una vertenza tra Tocai friulano e Tokaji. Difendendo il Tocai friulano non si difende una semplice varietà, ma una denominazione di origine. Il Tocai friulano e' tutelato da moltissimi anni dalle leggi italiane ed europee, in quanto tale e non solo in quanto Tocai.
Secondo la difesa non c'è una contrapposizione tra un'indicazione geografica Tokaji (inattaccabile) e una denominazione di varietà (Tocai), ma si tratta di due indicazioni geografiche omonime. Dopo il 1° maggio del 2004 è stata mantenuta la limitazione temporale per l' utilizzo della sola denominazione Tocai friulano, mentre si e' consentito ad altri 120 nomi di varietà di vite che comprendono un' indicazione geografica (Montepulciano, Traminer, Chardonnay, Borgogna, ecc.) di continuare a essere utilizzate senza limitazione alcuna, per questo si chiede di reinserire in queste deroghe pure il Tocai friulano. Il Consiglio e la Commissione non sono d'accordo.
In attesa del verdetto i difensori del Tocai friulano si sono rivolti alla Cancelleria della Corte di Giustizia europea chiedendo la revisione del processo alla luce dei nuovi accordi Trip's intercorsi tra UE, Stati Uniti e Australia. In quella sede, infatti, si è consentito ai due paesi di continuare a utilizzare il nome "Tokay". Australia sì e Friuli no? La Comunità si dia una regolata! In attesa di vedere come andrà a finire, l'assessore regionale all'agricoltura ha convocato per il 12 aprile il tavolo vitivinicolo dove si discuterà soprattutto di Tocai. Nel cassetto ci sono un paio di nomi sostitutivi nel caso la sentenza europea penalizzasse il vino nostrano, ma tu... chiamalo, se vuoi, TOCAI FRIULANO, come continueremo a fare noi!