11-12-2004 11:25

Ultimo assalto al "Colle della Strega"

Immaginate tre enormi palazzi, simili a grattacieli, nel bel mezzo di un'area verde miracolosamente scampata allo sviluppo urbanistico selvaggio della periferia della Capitale. E' ciò che potrebbe accadere al "Colle della Strega", paradiso naturalistico nei pressi della Cecchignola, periferia sud-ovest della Capitale. Un pezzo intatto della vecchia campagna romana, che fa da raccordo tra le meraviglie del Parco Regionale dell'Appia Antica e la riserva naturale del Laurentino-Acqua Acetosa-Ostiense.

La minaccia viene dal Programma di recupero urbano per l'area del Laurentino 39 approvato nel 2001 dal Comune di Roma. Un'opera meritoria, per la riqualificazione di aree periferiche. Solo che al "Colle della Strega" non c'è niente da riqualificare. Non siamo mica in presenza di un'area urbana degradata occupata da edifici fatiscenti. Al "Colle della Strega" ci sono solo campi e un prezioso patrimonio floro-faunistico.

Il famoso Programma di recupero prevede 39 interventi pubblici e privati, che dovrebbero scaricare al "Colle della Strega" ben 72mila metri quadrati di calcestruzzo sotto forma di edilizia residenziale. Un scempio al quale si oppone un Comitato di cittadini e contro cui si sta muovendo anche la Regione Lazio, con varie interrogazioni in Consiglio Regionale e l'interessamento dello stesso Governatore Francesco Storace, di Alleanza Nazionale, e dell'assessore all'urbanistica Armando Dionisi.

Per il momento il lavori sono bloccati, ma i "palazzinari" sembrano non volersi arrendere. Anche perché, finora, si sono dimostrati di battere ogni ostacolo. Ad esempio, l'approvazione del piano edilizio è avvenuta in barba al Piano regolatore che destina l'area a verde pubblico, il Piano Territoriale Paesistico che sancisce per l'area il divieto di qualsiasi edificazione e ai pareri negativi della Soprintendenza archeologica.

La battaglia per il "Colle della Strega" sembra doversi riaccendere in autunno. Intanto, il Comitato della difesa raccoglie firme. Firme pesanti che possono bloccare le ruspe.