Principi fondamentali in materia di tutela e governo del territorio

 

È evidente a tutti la necessità di giungere in tempi brevi alla definizione di una nuova norma sul governo del territorio che recepisca i numerosi mutamenti avvenuti nell'arco dei decenni che ci separano dall'emanazione di quella legge che ancora oggi vige. Occorre provvedere ad un aggiornamento e riordino delle numerose norme (obsolete e superate) e sentenze costituzionali che in questo tempo si sono accavallate e nel contempo definire un quadro organico entro il quale rileggere le leggi regionali, che appaiono quanto mai eterogenee.

Per questo Ambiente eè Vita si augura che si possa giungere ad una legge, quanto più possibile condivisa, che possa sanare tale deficit e dare un nuovo impulso qualitativo allo sviluppo del nostro territorio, fin troppo vilipeso e depauperato.

Vista la mole dei Disegni di Legge da discutere, in così poco tempo, Ambiente eè Vita si limiterà, in questa fase, ad evidenziare le questioni che meritano una maggiore attenzione.

Sempre in considerazione della complessità degli argomenti trattati e della mole delle proposte analizzate, ci si augura, altresì, che si possano sviluppare ulteriori incontri al fine di poter trattare tale discorso in maniera più dettagliata ed approfondita, magari su di un solo DDL che recepisca le cose apprezzabili contenute in ognuno dei 4 analizzati.

Dopo la ratifica della Convenzione europea sul Paesaggio ed alla luce dei numerosi dibattiti che si sono svolti proprio in questi giorni, Ambiente eè Vita avverte la necessità di porre con maggior evidenza la tutela e valorizzazione del Paesaggio del nostro Paese. Tale principio, a nostro avviso, viene troppo spesso sottinteso e troppe volte ignorato. Mancano rimandi e richiami al decreto legislativo 42, del 22gennaio2006, Codice dei beni culturali e del paesaggio, che possono generare interpretazioni non corrette e controproducenti, i relazione ai ruoli e le responsabilità.

Come pure, nei DDL esaminati, troppe volte sono assenti chiari riferimenti ed adempimenti in relazione alla Valutazione Ambientale Strategica, a cui deve essere soggetto lo strumento di pianificazione/programmazione territoriale. Peraltro, sempre sul tema VAS, talvolta, si avvertono  pericolose ridondanze con la normativa nazionale o europea alla quale si rimanda troppo poco o con poca chiarezza. In tal senso, per Ambiente eè Vita sarà necessario che una nuova norma sul governo del territorio possa trovare luce solo a valle dell'entrata in vigore dell'Atto del Governo concernente "Ulteriori modifiche al decreto legislativo 30aprile2006, n°152, recante norme in materia ambientale"; al fine di consentire una uniformità nei testi, così intimamente legati tra loro.

Infine, una menzione particolare Ambiente eè Vita vuole dedicarla ai nostri centri storici che hanno avuto poca attenzione in seno ai DDL presentati. Appare poco evidenziata la necessità di una forte e decisa politica per la rivitalizzazione di queste parti fondamentali dei centri abitati italiani. Ambiente eè Vita vuole proporre l'attuazione di una nuova politica improntata sull'incentivazione (economica, sociale e culturale) al riuso e recupero di questi fondamentali spazi con il duplice scopo, da una parte di valorizzare un patrimonio unico al mondo (fonte di risorse economiche tutte da sviluppare sia in relazione al turismo che alle attività di recupero e restauro degli immobili e degli spazi liberi) ma, nel contempo, evitare nuove ed inutili cubature su territori ancora vergini.

Su quest'ultimo tema, le inurbazioni di nuovi territori, i DDL presentano una duplice visuale: da una parte si vieta su queste aree ogni tipo d'intervento che non sia il solo recupero dell'esistente (e talvolta neanche questo), mentre dall'altra si pongono scarse condizioni alle nuove realizzazioni urbanistiche. Per Ambiente eè Vita deve essere possibile consentire l'edificazione nei territori non urbanizzati a patto che si verifichino precise ed univoche condizioni: in relazione, appunto, al recupero e riutilizzo degli immobili storici, all'utilizzo delle aree dismesse presenti all'interno del tessuto urbano esistente, in relazione alle reali esigenze di nuove cubature ma, soprattutto, in relazione alle infrastrutture primarie, presenti o da realizzare su quelle aree. Non è più possibile consentire nuove edificazioni laddove non si realizzano contemporaneamente le nuove infrastrutture sanitarie, sociali e per l'educazione nonché per una mobilità sostenibile. È necessario garantire ai nuovi fruitori di quei territori tutti i servizi primari a cui troppi italiani, ancora oggi, non possono accedere.

Download