Dicembre
di Nino Sospiri
Il ministro
dell'Ambiente Altero
Matteoli ha firmato il
Decreto di riconoscimento
lo scorso 22
ottobre, la Gazzetta
Ufficiale della
Repubblica Italiana
(anno 142°, numero
280) ha pubblicato l'estratto
dell'atto sabato 1
dicembre.
Questo significativo traguardo
altro non è che il
giusto e meritato compenso
per gli sforzi profusi
in tanti anni di serio
impegno civico per la
s a l v a g u a r d i a
dell'Ambiente e per la
riscoperta e la valorizzazione
delle tradizioni
culturali della nostra Nazione, che rischiavano di cadere
nell'oblio della dimenticanza. Diventa un nuovo
punto di partenza per proseguire - inseguendo sempre
il desiderio di migliorarci - il nostro cammino, continuando
a svolgere il ruolo attivo di cittadini responsabili
e partecipi degli interessi collettivi, così da diffondere
in una dimensione sempre più vasta e autorevole i
sani propositi che fino ad oggi hanno animato la nostra
azione.
Nel 1995, presso uno studio notarile di Chieti, eravamo
in quattro a firmare l'atto costitutivo dell'associazione;
oggi Ambiente e/è Vita è una realtà diffusa su tutto il
territorio nazionale; con migliaia di iscritti; operante,
presente e viva tra la gente e conosciuta e stimata tra
le Istituzioni per la serietà delle azioni promosse.
Apprezzata perché portatrice
di un messaggio
ambientale ragionevole,
che non scivola mai nel
terrorismo ideologico.
Il nostro impegno ecologista
si è distinto negli
anni dal resto dell'universo
ambientalista:
abbiamo sempre puntato
a costruire un circuito
armonico ed armonioso,
capace di coniugare
sviluppo e tutela,
tenendo nella giusta
considerazione le necessità
di crescita socioeconomica
e al tempo
stesso il rispetto della
salvaguardia ambientale.
Senza mai scadere nel
pregiudizio o, peggio,
nel fondamentalismo ideologico.
Tutto ciò è stato reso possibile grazie alle donne e agli
uomini che hanno aderito con convinzione e senza
risparmiarsi al nostro sogno di un mondo migliore. A
tutti noi, quindi, va il mio più sentito senso di gratitudine
ed affetto, per aver seguito ed alimentato il nostro
lavoro. Ad maiora.
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