L'umanità si trova oggi di fronte ad una sfida formidabile, quella dello sviluppo sostenibile. E anche alla scuola è richiesto di accettarla, promovendo al meglio l'educazione ambientale in tutti i suoi livelli. Ciò non significa soltanto sviluppare la conoscenza di questioni scientifiche, ma piuttosto diffondere tra le nuove generazioni atteggiamenti e comportamenti consapevoli e responsabili verso l'ambiente.

L'allarme si sta diffondendo a macchia d'olio in tutt'Italia. Una città e una regione dopo l'altra scoprono i propri problemi e peccati atmosferici cercando di correre ai ripari con provvedimenti più o meno tampone. Con un occhio alle misurazioni, che in modo sempre più insistente giustificano le preoccupazioni dei cittadini circa la qualità dell'aria che respirano una volta scesi dalle rispettive auto.

Bevono di più, mangiano di più, respirano più aria degli adulti in proporzione al loro peso corporeo: i bambini sono pertanto più vulnerabili ai rischi ambientali. Ciò è dimostrato con evidenze scientifiche incontrovertibili; è sufficiente citare solo due esempi: l'aria respirata da un neonato addormentato
è il doppio di quella assorbita da un adulto; nell'alimentazione un bambino assorbe una quantità cinque volte maggiore all'adulto del piombo presente nella sua dieta.

Sgravi fiscali "modulati ecologicamente" per incentivare lo svecchiamento del parco automobilistico italiano, grazie alla dismissione delle autovetture più vecchie ed inquinanti (dal rapporto Aci e Censis 2002 risulta che quasi il 30 per cento del circolante è alimentato ancora a benzina super). Si tratterebbe, nel dettaglio, di applicare una tassazione più favorevole agli automobilisti che inquinano meno.

Alla luce dei rilievi effettuati sistematicamente dagli organi istituzionali competenti, appare di gravità diffusa la situazione dell'inquinamento dei principali centri urbani dovuto ai mezzi di trasporto.

Di recente pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, la Legge 31 luglio 2002 n. 179 "Disposizioni in materia ambientale", testimonia in concreto quanto di buono stia promovendo il Ministero dell'Ambiente per attuare una efficace politica di salvaguardia delle risorse esistenti e di risanamento delle criticità stratificate, spesso retaggio, queste ultime, degli anni del vetero-ambientalismo.

L'elevata presenza di veicoli circolanti nelle città, in costante crescita dal 1996, e il conseguente aumento del tasso di inquinamento dell'aria rappresentano un problema dal quale le amministrazioni comunali non possono più prescindere e sul quale anche l'esecutivo è chiamato a fornire chiare linee di indirizzo per ottenere un miglioramento più generale della qualità della vita e il raggiungimento di obiettivi di mobilità sostenibile.