Febbraio

di Nino Sospiri

Proprio rispetto alle
reti di monitoraggio, occorre esporre una prima riflessione
critica: credo che tutti possano convenire sul fatto che i criteri
alla base di ogni misurazione devono rimanere esclusivamente
scientifici, non possono essere in alcuna occasione piegati
alle ragioni della strumentalizzazione politica come, purtroppo,
è accaduto in talune circostanze. La qualità dell'aria
che respiriamo è un bene che appartiene alla collettività, non
può diventare patrimonio dell'uno o dell'altro partito.
Le nostre città, quotidianamente assediate dai veicoli di ogni
specie, rivelano tutta la loro fragilità. Motori a scoppio e automobili
sono sul banco degli imputati per una serie di prove
piuttosto certe: evidenti sono i contributi delle emissioni dai
tubi di scappamento di veicoli diesel e a benzina. Le polveri
sospese totali presenti nell'aria, di cui la Pm10 (porzione
respirabile) fa parte, possono originare oltre che dai fenomeni
di erosione provocati dagli agenti atmosferici anche dall'usura
dei pneumatici, dei freni e per il risollevamento delle polveri
precedentemente depositate al suolo. Ma le polveri sottili
si formano anche dalla condensazione, in particolari condizioni
atmosferiche, di altre sostanze inquinanti, quali ossidi di
azoto e di zolfo emessi dalle caldaie e dagli scarichi delle auto,
che condensano sotto forma di solfati e nitrati.
Complici condizioni meteorologiche ideali per il ristagno
degli inquinanti (assenza di vento, stabilità atmosferica, inversione
termica in quota), le concentrazioni di inquinanti raggiungono
sempre più spesso livelli preoccupanti. Appare pertanto
ormai ineludibile la necessità di invertire la rotta, di
diminuire i flussi di traffico, di riconvertire i centri urbani per
troppo tempo cresciuti a misura d'automobile. Oltre all'ovvia
soluzione di incentivare il trasporto pubblico, una strada
imboccata per combattere il problema delle polveri fini è
quella dell'immissione sul mercato di veicoli più ecologici e di
carburanti più puliti, con un ridotto utilizzo di sostanze pericolose
per l'ambiente e per la salute. A tal fine Ambiente e/è
Vita ha presentato un disegno di legge per ridurre la percentuale
di benzene utilizzabile nei carburanti tradizionali: una
soluzione che consente il sensibile abbattimento delle emissioni
nocive mantenendo pressoché inalterate le prestazioni
del motore. A questo provvedimento, aggiungiamo il nostro
impegno per incentivare la mobilità elettrica e la proposta per
un provvedimento di defiscalizzazione degli investimenti per
ridurre l'impatto sull'ambiente dei sistemi di produzione.
E' evidente che per ricondurre ad una sana respirabilità le
nostre città non bastano i blocchi della circolazione, che sono
spesso solo un palliativo propagandistico. Ci vuole ben altro
per risolvere il problema dell'inquinamento: servono misure
"strutturali" e un coordinamento nazionale dei provvedimenti
che devono essere adottati da ogni amministrazione locale,
per promuovere una strategia integrata sull'intero territorio
nazionale e condivisa tra tutte le istituzioni competenti. Su
questo fronte il Ministero dell'Ambiente ha già attivato tutta
una serie di iniziative che sicuramente produrranno benefici
effetti. Fra i tanti ingredienti di cui è composta una ricetta
moderna contro la congestione urbana, uno viene spesso trascurato,
nonostante la grande importanza che può avere per
tante città italiane: l'incentivazione all'uso della bicicletta. A tal
riguardo ci sono state in passato alcune iniziative legislative:
ha quattro anni la prima legge quadro sulla mobilità ciclabile
(legge 366/98), mentre solo da tre anni esistono le norme
tecniche per la costruzione delle piste ciclabili (DM 30/11/99
n. 557). Norme rimaste sostanzialmente inapplicate, evidentemente
perché figlie di una visione esclusivamente propagandistica
di un certo modo di interpretare l'ambientalismo. I
comuni avrebbero dovuto dotarsi del Piano della mobilità
ciclabile, ma pochi lo hanno fatto e nessuno controlla. Il
Governo dovrà senz'altro impegnarsi, al pari degli Enti locali,
per reperire le risorse necessarie a dotare le nostre città di
un'efficiente rete riservata alla mobilità a pedali e delle infrastrutture
necessarie ad una più comoda fruizione di questo
mezzo. Va ricordato che i benefici sulla salute connessi con
l'uso della bicicletta non sono dovuti solo al miglioramento
della qualità dell'aria.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità l'uso della
bicicletta per spostamenti quotidiani può portare al dimezzamento
del rischio di malattie cardiovascolari e di diabete negli
adulti e alla diminuzione dell'obesità, alla riduzione del 30 per
cento del rischio di sviluppare ipertensione.

 

 

Sommario

Gasparri: "Più facili telecomunicazioni, meno spostamenti: così si migliora l'ambiente p. 4
La pineta brucia, il Sindaco latita pag. 6

Speciale inquinamento: quali soluzioni per le nostre città? da pag. 7 a pag. 11
A spasso tra la periferia dei Sette Colli p. 12
Gli abeti tornano al bosco p.13
A Fiuggi si incendiano stuzze e capannu pag. 14
Dagli industriali stop all'amianto p.13
Il cammello e il selvaggio: come Ruggiero sconfisse l'infedele saraceno p.15
Un progetto per valorizzare la vallata di S. Stefano p. 16

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