Novembre

Partendo da questi due semplici postulati (condivisi
dalla grande maggioranza del mondo scientifico, dai
rappresentanti più illuminati delle assembleee elettive e
da buona parte della cosiddetta società civile), è nostro
dovere immaginare prima e realizzare poi un sistema
integrato di mobilità, che possa rispondere alle esigenze
di efficienza strutturale, protezione della salute e
piena sostenibilità ambientale.
Negli ultimi anni - è un'evidenza sotto gli occhi di tutti
- il livello della domanda di trasporto merci e passeggeri
è cresciuto considerevolmente ed è detinato ad
aumentare ulteriolemente. Le tendenze spontanee nei
trasporti stanno conducendo a scenari ambientalmete
non più sostenibili, connessi con la progressiva
congenstione, in particolare, delle arterie stradali ed
autostradali, delle strade
urbane e metropolitane,
con l'ulteriore peggioramento
della qualità dell'aria
nebassi e negli alti strati
dell'atmosfera.
Per risolvere e per ricondurre
a limiti accettabili
questi problemi, che interessano
il quotidiano di
ciascuno di noi, il Governo
ha varato la "Legge
Obiettivo".
Autostrade, raccordi ferroviari, viadotti, porti, ponti e gallerie diventeranno strumenti coordinati per realizzare un unico obiettivo:
la mobilità sostenibile. Tutti questi progetti avranno un senso, quindi, solo se accompagnati da un'efficace strategia globale, che sia in grado di conciliare stabilemnete i ritmi moderni con un acondizione sana dell'ambiente e una sistemazione razionale dei trasporti.
Considerazioni, queste, che diventano ancora più attuali alla luce dell'ultimo, tragico incidente che si è verificato poche settimane fa nel tunnel del San Gottardo.
Purtroppo, ancora una volta solo in occasione di un evento tanto drammatico, è balazata all'attenzione dell'opinione pubblica la consapevolezza del rischio d'incendio legato al passaggio ogni giorno di migliaia di autoveicoli nelle gallerie autostradali. Un problema noto da tempo agli esperti, ma fino a qualche tempo addietro gravemente sottovalutato in Italia. Tanto più che sono disponibili tecnologie in grado di ricondurre sensobilmente la misura del pericolo in caso d'incidente.
Da cittadini responsabili, noi tutti siamo moralamente impegnati a promuovere e a sostenere l'esigenza diffusa di realizzare, finalmente, la modernizzazione dell'intera rete di trasporto, affinché siano garantiti standard di sicurezza adeguati. Occorre passare dalla "strategia del divieto" alla "politica del fare", coniugando buon senso, tecnologia e rispetto per il Creato.
I limiti dello sviluppo non possono essere determinanti da una capacità limitata di investimento o da strumentali posizioni legate più ad interessi particolari piuttosto che al bene collettivo, bensì devono essere riconosciuti nei confini sempre in divenire della ricerca scinetifica e del senso etico universalmente condiviso.

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